Siemens, Ericsson, Schneider Electric e DigitalEurope hanno espresso preoccupazioni riguardo la proposta di legge dell’UE, nota come Cyber Resilience Act, che mira a mitigare i rischi di cybersecurity nei dispositivi intelligenti. Il disegno di legge, introdotto dalla Commissione Europea, obbliga i produttori a valutare e affrontare le vulnerabilità di cybersecurity per cinque anni o per la durata prevista dei loro prodotti. Questa regolamentazione influenzerebbe anche gli importatori e i distributori di dispositivi connessi a internet.
Le aziende, in una lettera congiunta agli ufficiali dell’UE, hanno avvertito che la forma attuale della legge potrebbe portare a interruzioni della catena di fornitura simili a quelle sperimentate durante la pandemia. Sostengono che la legislazione potrebbe influenzare un’ampia gamma di prodotti, dagli elettrodomestici alle componenti di alta tecnologia per la produzione, a causa di potenziali carenze di valutatori qualificati e ritardi burocratici.
La lettera, firmata dai CEO di Nokia, Robert Bosch GmbH e ESET, tra gli altri, suggerisce che l’elenco dei prodotti ad alto rischio che richiedono conformità dovrebbe essere ridotto. Inoltre, propongono che ai produttori dovrebbe essere permesso di rettificare direttamente le vulnerabilità conosciute, anziché sottoporsi prima a valutazioni. Chiedono anche maggiore flessibilità nell’autovalutazione dei rischi di cybersecurity.
Questi leader industriali hanno espresso le loro preoccupazioni in vista delle discussioni dell’8 novembre, dove i paesi dell’UE e i legislatori negozieranno i dettagli del disegno di legge prima che possa essere promulgato. Sottolineano il rischio di creare un “blocco in stile Covid” nelle catene di fornitura europee, che potrebbe interrompere il mercato unico e influenzare la competitività.
Source: iTnews
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