L’operazione rappresenta un passo significativo nella lotta contro il crimine informatico nel continente africano, seguendo iniziative precedenti come Africa Cyber Surge nel 2022 e 2023. Le autorità hanno promesso di continuare i loro sforzi, concentrandosi su minacce emergenti come malware basati sull’intelligenza artificiale e tecniche di attacco avanzate. Jalel Chelba, direttore esecutivo di Afripol, ha sottolineato il successo dell’operazione nel facilitare arresti e approfondire la comprensione delle tendenze del crimine informatico in Africa.
Il Segretario Generale di Interpol, Valdecy Urquiza, ha evidenziato che il successo dell’operazione è solo l’inizio: “Questo è solo la punta dell’iceberg, e continueremo a colpire i gruppi criminali a livello globale.”
Tra le nazioni partecipanti figurano Kenya, Nigeria, Sudafrica, Algeria e Zimbabwe, tra le altre. L’operazione ha anche beneficiato del supporto internazionale, con finanziamenti provenienti dal Regno Unito, dalla Germania e dal Consiglio d’Europa.
Le organizzazioni del settore privato, tra cui importanti aziende di cybersecurity come Kaspersky, Group-IB e Trend Micro, hanno svolto un ruolo cruciale nell’operazione fornendo supporto in loco e remoto per mettere in sicurezza le infrastrutture critiche e correggere le vulnerabilità. Questa collaborazione tra forze dell’ordine, governi e aziende private sottolinea l’importanza di partnership globali per affrontare l’aumento del crimine informatico.
L’Operazione Serengeti dimostra la crescente necessità di azioni coordinate per proteggere le vittime, rafforzare le difese informatiche e interrompere le reti criminali attraverso i confini.
Source: CyberScoop
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