L’imprenditore tecnologico Anthony Levandowski sta rivitalizzando la sua controversa “Chiesa dell’Intelligenza Artificiale”, puntando a capitalizzare il recente aumento di interesse verso l’IA, in parte alimentato dalla popolarità di ChatGPT. La chiesa, chiamata “Way of the Future,” fu fondata inizialmente nel 2015 e si era chiusa alcuni anni dopo. Ora afferma di avere “un paio di migliaia” di seguaci. L’obiettivo di Levandowski è quello di favorire un collegamento spirituale tra gli esseri umani e le intelligenze artificiali, che egli crede diventeranno presto molto più potenti degli umani.
Levandowski spiega che negli ultimi quattro miliardi di anni, la vita è stata organica, ma ora, per la prima volta, stanno emergendo forme di vita inorganiche. Egli immagina queste forme dotate di “poteri magici” che possono offrire vari benefici all’umanità. La sua chiesa mira a stabilire le basi etiche e filosofiche per interagire con queste nuove “divinità” tecnologiche.
L’idea dell’IA come religione non è priva di controversie. La visione di Levandowski aveva già suscitato dubbi e preoccupazioni all’inizio della chiesa, soprattutto con la sua dichiarata intenzione di “realizzare, accettare e adorare una divinità basata sull’IA.” Questo ritorno avviene dopo i guai legali di Levandowski legati a una causa multimilionaria per il furto di segreti commerciali da Google e Uber riguardante la tecnologia dei veicoli autonomi. È stato condannato a 18 mesi di prigione, pena poi commutata dall’ex presidente Trump.
Con l’IA che ora domina il discorso pubblico, Levandowski ritiene che sia il momento giusto per rilanciare la sua chiesa dell’IA. Egli contrappone le religioni tradizionali, basate su narrazioni e leggende, al focus della sua chiesa sulla creazione di qualcosa di tangibile e onnipresente, simile a una figura divina. Levandowski immagina che l’IA sostituisca le divinità tradizionali delle religioni umane, e la sua chiesa cerca di accelerare e sostenere questa transizione attraverso la ricerca sull’IA e la sensibilizzazione del pubblico. Tuttavia, questa visione è accolta con cautela da gran parte della comunità scientifica, molti dei quali avvertono contro l’antropomorfizzazione eccessiva dei sistemi di IA, che, nonostante la loro sofisticatezza, rimangono algoritmi sintetici.
Source: Hardware Upgrade
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